Per legge ogni uovo deve riportare sul guscio delle informazioni necessarie a riconoscerne la provenienza. In questo breve articolo impareremo a riconoscere questi numeri che vengono stampati presso un centro di confezionamento autorizzato dalle ASL locali e dal ministero dell’ambiente.
La prima cifra riporta la tipologia di allevamento delle galline:
• “0” sta a significare un allevamento di tipo biologico, ovvero che utilizza mangimi e foraggi provenienti da agricoltura biologica (prodotti senza l’utilizzo di concimi chimici di sintesi e prodotti fitosanitari), integrabili fino al 20% con prodotti tradizionali. Gli animali sono in grado di razzolare liberamente all’aperto, questo medoto di allevamento assicura sicuramente standard di benessere molto elevati per l’animale, ma non per forza e sinonimo di uova galline “ruspanti” come quelle prodotte da cascine e fattorie. Infatti spesso queste produzioni sono “industriali”, nel senso che gli allevamenti sono formati da migliaia di capi.
• “1” corrisponde all’allevamento all’aperto: gli animali possono girare liberi per una parte della giornata, deponendo le uova nei pagliericci oppure sul terreno loro adibito in un ambiente esterno. Anche in questo caso è opportuno fare una differenza (che il numerino in questione non riesce a fare) legata alla numerica dei capi presenti in allevamento. Piccoli allevamenti di 100, 200 capi per pollaio sono cosa sicuramente diversa da allevamenti all’aperto con capannoni che ospitano 40.000 galline!
• “2” è il codice relativo all’allevamento a terra: questa tipologia consente all’animale di muoversi libero, non all’aperto bensì in un ambiente chiuso. Un esempio di allevamento da codice “2” è rappresentato dai grandi capannoni che si trovano nelle campagne; le galline depongono le uova generalmente nei nidi. Seppur la locuzione “a terra” ci faccia credere che sia un allevamento “naturale”, queste sono galline mai vedranno la luce del sole e mai vivranno all’aria aperta. Sono costipate per tutta la loro esistenza in 11 cm quadrati in quanto la legge prevede un’intensità di 9 galline per mq per questa tipologia di allevamento.
• “3” infine corrisponde all’allevamento in gabbia: gli animali non hanno alcuna libertà di movimento, ma trascorrono la loro vita in gabbie e depongono le uova sul fondo della gabbia stessa. Le densità sono quasi claustrofobiche: in ogni metro quadrato di gabbia possono essere presenti anche 13 animali. Le uova deposte vengono trasportate mediante un nastro trasportatore che passa al di sotto delle gabbie.
Le due lettere seguenti riportano la nazione di produzione delle uova (per l’italia IT), le seguenti 3 cifre il comune in cui insiste l’allevamento, le due lettere successive la provincia, ed infine le ultime tre cifre indicano l’allevamento in cui sono state prodotte le uova (cosidetto “codice stalla”).
Questi sono gli elementi essenziali che deveno essere stampigliati sull’uovo (per le uova freschissime occorre anche indicare anche la data di deposizione).
Quindi quando acquistiamo una confezioni di uova facciamo attenzione a tutte queste caratteristiche prediligendo uova italiane e delle prime due categorie (0 e 1) che sicuramente assicurano miglior qualità del prodotto e benessere animale, senza tralasciare le informazioni non obbligatorie che riguardano l’intensità di allevamento. In genere pollai più piccoli garantiscono qualità di vita migliore per le galline e un prodotto sicuramente più genuino.
Un uovo non timbrato invece è un uovo non solo illegale, ma potenzialmente pericoloso: non conosciamo la scadenza e sopratutto non è stato sottoposto a nessun tipo di controllo sanitario e potrebbe comportare un pericolo per la nostra salute.